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Progetto EPAS – Strumenti finanziari per il WELFARE

17 Marzo, 2016

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Nell’ambito della riflessione sull’utilizzo degli strumenti finanziari a supporto dello sviluppo territoriale, il tema welfare è un “mainstream”: sia perché parte fondamentale della strategia di Lisbona, sia perché riproposto nella Strategia Europa 2020. Le iniziative Europa 2020, comprendendo, tra le altre, la “Piattaforma Europea contro la povertà e l’esclusione sociale” e “l’Agenda per le nuove competenze e i nuovi lavori”, rimettono al centro delle politiche di coesione il contrasto all’esclusione e alla discriminazione sociale nelle sue diverse accezioni.

Questa priorità d’intervento, ampiamente recepita nel documento “Metodi e Obiettivi per un uso efficace dei Fondi Comunitari”, è ancor più rilevante per la crisi finanziaria in atto, che ha amplificato i rischi di povertà e di esclusione, sia sociale sia dal mercato del lavoro, di una quota rilevante di cittadini. Gli Obiettivi tematici 8 e 9, rispettivamente “Promuovere l’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori” e “Promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e ogni forma di discriminazione” concorrono con le risorse dedicate a finanziare le iniziative a favore del welfare. L’Italia in questo esercizio ha dedicato più risorse dei partner europei, risultando, con l’11% di budget per gli Strumenti Finanziari finanziato dal FSE, il Paese più impegnato a sperimentare questo nuovo approccio per le politiche del welfare.

La strumentazione finanziaria programmata e attuata nel periodo 2007-2013 ha garantito, attraverso prestiti, microcrediti e garanzie, un significativo incremento delle disponibilità finanziarie a favore di un target di beneficiari finali che difficilmente avrebbe potuto disporne in condizioni standard di mercato. Il solo microcredito ha potuto godere del sostegno di quasi 200 milioni di Euro e della maggioranza assoluta del budget a disposizione. Gli Strumenti Finanziari censiti hanno interessato il credito per l’autoimpiego di persone con difficoltà di accesso al mercato del lavoro, i prestiti a persone fisiche in situazioni di difficoltà economica o in condizioni di disagio sociale e il finanziamento del no profit e dell’imprenditoria sociale impegnata in queste politiche.

Il nostro progetto ha evidenziato le criticità su cui lavorare dal punto di vista procedurale, amministrativo, organizzativo e strumentale; criticità su cui è importante trovare una raccordo tra pubblico e gli operatori privati. In particolare, il progetto ha permesso di analizzare il ruolo, le prospettive, le opportunità, le modalità d’incentivazione e gli eventuali rischi nell’utilizzo di strumenti di finanza innovativa per la crescita di questo segmento del mercato. La sfida del confronto non era solo quella di asseverare la possibilità che esistesse una nuova asset class per gli investitori, quanto quella d’indicare le condizioni perché ciò avvenga.

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